I rischi nel reparto vinicolo
I RISCHI NEL SETTORE VINICOLO
Quali e come rimediare?
Nonostante la sua rilevanza economica e culturale sul territorio italiano, il reparto vinicolo rimane ancora oggi un settore poco analizzato e coperto sul tema della sicurezza.
Sono molti i casi di infortuni, talvolta gravi o anche mortali, che si registrano nella filiera del vino.
Le diverse fasi della produzione, infatti, espongono i lavoratori a diverse condizioni che possono determinare tali eventi: lavorazioni svolte all’interno di autoclavi e cisterne, quali il lavaggio delle stesse e la rimozione di residui depositati dal vino, di difficile gestione dall’esterno; attività svolte in presenza di gas nocivi per via della mancata ventilazione della cantina o delle singole aree di lavoro a seguito del processo di fermentazione del mosto; contatto con sostanze asfissianti o pericolose per la vista e la respirazione, come ad esempio l’azoto; presenza di zone dove sussiste il pericolo di caduta dall’alto o di scivolamento per via di pavimentazioni bagnate; presenza di ostacoli e di aperture e vasche a livello della pavimentazione.
Tutte queste condizioni sono estremamente pericolose se non viene individuata un’idonea procedura di lavoro che comprenda il controllo degli ambienti prima e nel corso delle attività, nonché l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale idonei alle attività previste e l’adozione di regole comportamentali da parte di tutti i lavoratori coinvolti. Non di secondaria importanza è la stesura di un piano di sorveglianza di tutti gli aspetti sopra elencati e di un efficace piano di emergenza nel caso in cui, tutte le misure di prevenzione, non siano state sufficienti a prevenire un incidente.
L’elenco di seguito ha lo scopo di fornire un breve elenco di quelli che possono essere i principali fattori di rischio nel reparto vinicolo.
I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO
- Rischio di investimento da parte dei mezzi o trattori agricoli che circolano nelle aree di lavoro
- Rischio di caduta di persone in prossimità dei macchinari, per esempio all’interno della tramoggia, o dalla sommità dei vasi vinari, del tino o dell’autocisterna
- Rilevante inquinamento atmosferico per via dell’anidride carbonica che si sviluppa in modo naturale nel vino come conseguenza dei diversi processi di fermentazione;
- Esposizione a vapori etilici come l’anidride solforosa in fase di solfitazione, che va a depositarsi verso il basso in cantine poco areate
- Asfissia per inalazione di gas quali l’azoto e l’argon utilizzati per il controllo della ossidazione lenta
- Inquinamento acustico ad opera dei macchinari in azione, quali pigiatrici, diraspatrici o gramolatrici che espongo i lavoratori a rumore con livelli che possono superare gli 85 dB(A).
- Rischio scivolamento per pavimenti bagnati dal rovesciamento di vino o di mosto
- Rischi derivanti da movimentazione dei carichi presenti per esempio in fase di movimentazione delle ceste cariche d’uva dal veicolo alla tramoggia
SOLUZIONI
Al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori che operano in ambienti confinati o a rischio inquinamento sarà compito e dovere del Datore di Lavoro adottare tutte le misure di sicurezza in ottemperanza del D.lgs 81/08 e nel rispetto dei disposti del DPR 177/2011.
La tabella di seguito riporta alcune soluzioni suggerite per prevenire gli incidenti
FATTORI DI RISCHIO | SOLUZIONI |
Rischio di investimento | Predisporre un’adeguata segnaletica, orizzontale e verticale, e percorsi distinti per automezzi e pedoni |
Rischio di caduta dall’alto in prossimità di aperture nel pavimento | Installare nelle zone a rischio parapetti, cancellini di protezione per l’accesso alle scale di discesa in zone inferiori, scale realizzate con materiale antiscivolo; prevedere l’uso di DPI |
Rischio di caduta dall’alto da postazioni sopraelevate | Predisporre gradini stabili e antiscivolo, parapetti, fascia fermapiedi, sistemi di ancoraggio; prevedere l’uso di DPI (scarpe antiscivolo, DPI III categoria contro le cadute dall’alto). Messa in sicurezza dell’accesso alla parte superiore delle autocisterne con una scaletta robusta e camminamento antiscivolo. |
Rilevante inquinamento atmosferico | Prevedere l’areazione delle zone a rischio inquinamento e, ove ciò non sia possibile per vie naturali, prevedere un’areazione forzata; munire i lavoratori di appositi DPI quali maschere di respirazione; utilizzare rilevatori multigas per verificare lo stato degli ambienti prima dell’accesso. |
Inquinamento acustico | Prevedere l’utilizzo di macchinari meno rumorosi, puntualmente manutenuti. Dotare il personale di DPI quali cuffie. |
Rischio scivolamento | Delimitare le aree ove presente la possibilità di trovarsi in presenza di pavimentazioni bagnate e segnalare con apposita segnaletica; prevedere l’utilizzo di griglie di scolo. |
Movimentazione dei carichi | Dotare il personale di idonei DPI, quali scarpe antinfortunistiche; prevedere l’aiuto da parte di altri impiegati ed, in caso di carichi pesanti, impiegare ausili meccanici. |
FORMAZIONE E PROCEDURE COMPORTAMENTALI
In tutti i precedenti casi, oltre alle attività descritte in tabella, non vanno dimenticati la formazione e l’addestramento degli addetti ai lavori, nonché la stesura di procedure comportamentali che essi devono seguire per assicurarsi un sereno svolgimento dei propri compiti.
Nel caso della formazione, oltre a quella obbligatoria individuata dal D.lgs.81/08 e dettagliata nell’accordo Stato – Regioni del 21.12.2011, i lavoratori devono essere informati, formati ed addestrati, ai sensi del DPR 14 settembre 2011 n° 177 per le attività che possono svolgersi in ambienti confinati o a rischio inquinamento. Ciò comporta l’apprendimento dei principali fattori di rischio specifici della propria attività, delle caratteristiche specifiche dei luoghi confinati e l’addestramento al corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e relativa strumentazione.
Quando si parla di procedure di lavoro, invece, si vuole indicare quell’insieme di norme comportamentali che regolano in modo organico, temporale e spaziale l’attività degli addetti ai lavori. La stesura di tali norme avviene a seguito di un’analisi specifica del luogo di lavoro e dei rischi e pericoli insiti in esso.
IL PIANO DI EMERGENZA
Non sempre le misure adottate sono sufficienti per prevenire un incidente sul luogo di lavoro. Possono comunque verificarsi incidenti, anche per esempio dovuti ad un malore di un lavoratore.
In questo caso, è necessario aver predisposto un piano di emergenza che regoli le operazioni di soccorso, soprattutto quando si è in presenza di spazi confinati (per via della complessità dell’ambiente) o a rischio inquinamento (per via del pericolo che sussiste per i soccorritori). E’ fondamentale che il soccorritore stesso non si esponga a sua volta al rischio e pericolo presenti o che sono stati causa dell’incidente.
Qualora il personale non sia stato formato e preparato per situazioni di emergenza, è necessario contattare immediatamente i Vigili del Fuoco ed i soccorritori del 118.
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